Risposta a “dissenso sull’Europa”

Dissenso

di Marcello Rossi

Caro Rino,

rispondo alla tua filippica contro di me che ho “osato” firmare “Il Ponte” un articolo – scritto in verità a più mani, ma a tua insaputa – che ti ha trovato assolutamente dissenziente. Sul fatto che la firma “Il Ponte” richieda l’assenso di tutti i componenti la “Direzione e Redazione” non posso che essere pienamente d’accordo e pertanto non mi resta che scusarmi dell’accaduto, ma – se ben ricordo – mi ero già scusato per telefono. Evidentemente tu ti sei sentito così offeso da ritenere insufficienti delle giustificazioni telefoniche e questo mi porta a rinnovare nuovamente – e questa volta per scritto – le mie scuse. Forse, per evitare che si ripetano situazioni del genere, occorrerà che la “Direzione e Redazione” della rivista rientri nel più grande “Comitato direttivo” e io solo faccia il direttore. D’altronde per uniformarsi a questo tempo di leaders e liderismi vari un direttore unico vale più di un Comitato di direzione. Non ci credo, ma mi adeguo.

Quanto al contenuto dell’articolo, che tu critichi con sarcasmo e tacci di stupido grillismo, non sono assolutamente d’accordo con le tue conclusioni. Il Ponte è europeista fin dai tempi di Calamandrei e di Enriques Agnoletti, ma questo non significa che l’attuale Unione europea ci soddisfi e rifletta le nostre posizioni. Anzi, io credo che questa Unione vada distrutta (e l’operazione non sarà indolore e potrebbe passare anche – per nostra disgrazia – per la Le Pen) e che restare all’interno di questo “obbrobrio” che è l’attuale Unione non può che aggravare la situazione. Questo era – o voleva essere – il succo dell’articolo.

So che il discorso è complesso e non è possibile affrontarlo in una lettera di precisazioni tra noi due, comunque al Ponte abbiamo sempre pensato, fin dal rifiuto del Patto Atlantico, a una Federazione europea di impostazione socialista che prima di tutto federasse “davvero” (cioè nella politica, nell’economia e nella cultura) quelle nazioni che un tempo si diceva costituissero l’Europa di Carlo Magno, e poi, cioè in un secondo momento, sarebbero venute le altre. Altro che ritorno agli stupidi nazionalismi!

Io credo che anche tu sia d’accordo sull’idea di una federazione europea “socialista” (altrimenti a che servirebbe la Fondazione che hai creato?) e allora il nostro dissenso è in realtà il risultato di un equivoco che ha preso corpo nella forma e nella sostanza dell’articolo in questione. Ma che “pontieri” saremmo se, invece di risolvere gli equivoci – magari con un altro articolo a tua firma che faccia le pulci a quello in questione – al primo ostacolo non troviamo di meglio che dare le dimissioni?

Comunque un abbraccio, Marcello

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