Federalismo. Proposte di riforma della convivenza civile

Numero 2-3 febbraio-marzo 2013 Prezzo € 20.00

federalismoA cura di Fabio Masini e Roberto Castaldi

È un giorno imprecisato del 1941; una giovane donna sta per imbarcarsi su un traghetto quando viene fermata dalla polizia. È stata per qualche tempo insieme al marito, confinato per antifascismo sull’isola di Ventotene. Oltre a una valigia ha in mano un sacchetto con un pollo arrosto, dentro al quale sono state accuratamente nascoste delle cartine da sigaretta. La polizia deve effettuare la perquisizione di rito. Ma anche stavolta la messinscena funziona: «la polizia la chiudeva in una stanza con una vecchia inserviente la quale invece di perquisirla intascava una lauta mancia, e un quarto d’ora dopo apriva la porta annunziando che tutto era in ordine».

La giovane donna si chiamava Ursula Hirschmann e sulle cartine da sigaretta era stato vergato da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, in collaborazione con suo marito Eugenio Colorni, un documento di azione politica, poi intitolato Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto. Quel documento avrebbe animato e guidato le speranze di riscossa del Vecchio Continente all’indomani del secondo conflitto mondiale, agitando davanti ai difficili compromessi diplomatici l’opzione radicale di un’integrazione politica dell’Europa fondata sull’esperienza che aveva unito nel lontano 1787 le tredici colonie statunitensi in un’unione federale.

Ancora oggi il Manifesto di Ventotene viene ricordato per l’audacia della proposta politica e per la lungimiranza di una visione federale dell’integrazione europea, tuttora largamente incompiuta.
Proprio per questo coraggio il Manifesto è stato spesso richiamato nel corso della recente crisi dei debiti sovrani della zona euro, in Italia soprattutto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come la piú lucida analisi e soluzione ai conflitti in Europa, attraverso la creazione di un sistema di istituzioni di natura federale.

Il ricordo di quell’episodio e di quel documento di settant’anni fa è l’occasione per affrontare un tema scomodo, ma allo stesso tempo terribilmente attuale, del dibattito politico in Italia e in Europa: quello sul federalismo. Una parola ormai universalmente nota nel nostro paese, il cui significato è invece largamente ignoto non solo all’opinione pubblica, ma anche a esponenti politici e intellighenzia accademica e culturale, associato sistematicamente a idee e progetti fra loro radicalmente in contrasto. Non a caso si sente e si è sentito a lungo parlare di federalismo in riferimento a proposte di integrazione politica europea ma anche di secessione fiscale interna.

È per contribuire a mettere in luce l’essenza piú autentica del federalismo che, insieme all’amico Roberto Castaldi, abbiamo accolto l’invito de «Il Ponte» ad approfondire la questione, per offrire al lettore una panoramica il piú possibile ampia e variegata di storie del federalismo e di alcuni dei protagonisti della sua diffusione nel pensiero politico, giuridico ed economico contemporaneo.
Proprio la natura interdisciplinare e complessa dell’argomento ha reso necessario comporre un mosaico di interventi di studiosi di varia estrazione e sensibilità culturale. A loro sarà a breve data la parola per spiegarci che cosa davvero si debba intendere col termine federalismo, quali siano i suoi significati teorici e concreti, secondo quali linee abbia animato dibattiti e progetti negli ultimi due secoli.
L’occasione è tuttavia troppo ghiotta, prima di ritirarmi nella schiera degli studiosi e svolgere anch’io il mio compito di diligente scienziato sociale, per non esprimere alcune idee piú generali su un tema che mi ha visto impegnato politicamente e scientificamente per quasi trent’anni.
Fabio Masini

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