Nuova socialità e riforma religiosa

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Aldo Capitini

Nuova socialità e riforma religiosa

208 pagine

EAN: 9788888861753

Descrizione

Pubblicato da Einaudi nel 1950 e mai più ristampato, Nuova socialità e riforma religiosa è un libro fondamentale nel percorso capitiniano. Già nel 1944, presumibilmente nell’autunno-inverno, Capitini pensa a un volume in cui collegare la lunga esperienza dell’antifascismo liberalsocialista al nuovo esperimento in corso dei Centri di Orientamento Sociale che ne è il coerente sviluppo. In un appunto conservato all’Archivio di Stato di Perugia indica titolo e testi da raccogliere. Due titoli possibili: Nuova socialità oppure Orientamenti di vita sociale. Pensa di aprire il volume con lo scritto clandestino del 1937 Liberalsocialismo, poi pubblicato anonimo, con la firma «dall’Italia», nei «Quaderni italiani», a cura di Bruno Zevi, Boston 1942. Seguivano, nel progetto del 1944, lo scritto “Discorso del Natale 1943”, qui con il titolo L’unità del mondo e le sue giustificazioni interiori, e altri scritti di carattere politico-filosofico, concludendo con un capitolo sull’esperienza dei Centri di Orientamento Sociale, iniziata a Perugia il 17 luglio 1944.

Nel 1948-49 Capitini riprende l’idea del volume pensato nel 1944, che diventa Nuova socialità e riforma religiosa, con l’aggiunta di una parte dedicata ai temi della «riforma religiosa»: sostanzialmente conclusa l’esperienza dei C.O.S., di cui traccia una dettagliata analisi nello scritto del 1948 Origine, caratteri e funzionamento dei C.O.S., è ora impegnato nell’esperienza dei Centri di Orientamento Religioso come strumenti di decostruzione dell’egemonia cattolica in Italia, in un paese che non ha mai avuto una Riforma ma soltanto una Controriforma, per liberare dal confessionalismo una libera religiosità come aggiunta alla dimensione politico-sociale della realtà; è questa per Capitini un’integrazione indispensabile della prospettiva liberalsocialista, una sua apertura necessaria alla «realtà di tutti», liberata dai condizionamenti sociali e ideologici dell’esistenza umana.

Il volume esce nel 1950, l’«Anno santo», a due anni dalla sconfitta elettorale delle sinistre nel 1948. Dal 1947 Capitini è di nuovo a Pisa, alla Scuola Normale Superiore, in una condizione di sostanziale isolamento. Esautorato dal ruolo di commissario straordinario dell’Università per Stranieri di Perugia, esaurita l’esperienza dei C.O.S., Capitini si fa «centro» e prosegue in condizioni nuove la sua ricerca di libero religioso e rivoluzionario nonviolento. La rielaborazione del suo percorso esistenziale, filosofico e politico dagli anni venti in poi è indispensabile per insistere sulle conoscenze «acquisite» e resistere al clima di restaurazione di un’Italia ormai lontana dalle grandi speranze di cambiamento politico e culturale del 1944-46. La radicalità delle proposte di Nuova socialità e riforma religiosa, per una democrazia «dal basso», per un socialismo libertario e non statalista, per un aperto sviluppo delle potenzialità umane, confligge con una nuova chiusura della società italiana.