Il modello Israele, difendere i palestinesi per difendere noi stessi

modello Israele

di Barbara Gagliardi

Pandemia, contagi, tamponi, variante Omicron: queste le parole che dominano le giornate, le menti, le conversazioni di italiani e non solo. Negli ultimi due anni abbiamo avuto la prova di come i principali mezzi di informazione possano condizionare il pensiero, eterodirigere gli argomenti di conversazioni ed estremizzare le posizioni. Siamo chiusi su noi stessi e in noi stessi, il nostro orizzonte arriva poco al di là della sfera familiare allargata con piccole fughe, di brevissima durata, sull’andamento dei contagi nelle zone in cui sogniamo di andare in vacanza. Sembra non esista più spazio per altri argomenti, riflessioni, dibattiti; non interessano né quelli che ci toccano più da vicino, come l’aumento dei prezzi dei combustibili, né quelli un po’ più distanti, come la legge antidelocalizzazioni, né, tanto meno, gli “altri” come le migrazioni, le guerre, gli effetti dei cambiamenti climatici.

Ad aver beneficiato di questa infodemia è stato sicuramente Israele che, in questo momento, è un vero e proprio modello nel campo dei vaccini; se si digita su Google “modello Israele” si ottengono milioni di risultati sulla sua capacità di vaccinare e di gestire la pandemia; nelle chiacchiere da bar Israele è diventato il governo da imitare, il paese in cui si sogna di trasferirsi per avere di nuovo una vita normale.

Esiste sicuramente un “modello Israele”, ma è un modello diverso, che non riguarda l’aspetto sanitario (di cui, comunque, hanno beneficiato solo le persone di nazionalità israeliana e non i palestinesi) bensì quello securitario; Israele è un modello di repressione, Stato di polizia, frontiere chiuse al passaggio di esseri umani e apartheid.

Israele utilizza la Striscia di Gaza, i territori occupati e i loro abitanti e i territori circostanti come un immenso laboratorio di sperimentazione per sistemi di sorveglianza, barriere high tech, armi convenzionali e non, sistemi missilistici di intercettazione, di sorveglianza, di controllo della folla, raccolta di dati biometrici, gas lacrimogeni e preparati chimici che poi vende al resto del mondo con la dicitura «sperimentate sul campo».

Mentre l’opinione mondiale è concentrata su altro, Israele porta avanti la sua offensiva a bassa intensità contro i palestinesi con piccoli bombardamenti saltuari su Gaza che, ufficialmente, sono sempre risposte al lancio di razzi dalla Striscia, omicidi mirati mascherati da lotta al terrorismo, arresti arbitrari, ordini di demolizione per abitazioni private e attività commerciali palestinesi, tentativi di espropriazione di interi quartieri come Sheikh Jarrah1. A fine novembre 2021 l’esercito israeliano ha cambiato le proprie regole di ingaggio consentendo ai soldati di sparare ai manifestanti palestinesi che lanciano pietre contro le auto dei coloni israeliani anche quando non hanno più alcun oggetto in mano e non rappresentano, quindi, alcun pericolo.

L’offensiva si spinge anche oltre i territori occupati con incursioni in Libano e in Siria, paesi accusati di minare la stabilità e l’esistenza stessa di Israele.

Mentre all’origine degli attacchi al Libano possiamo individuare principalmente la contesa sull’acqua e, in particolare, sulla risorsa rappresentata dal fiume Litani e vanno avanti ormai dagli anni cinquanta con narrazioni di vario tipo, quelli contro la Siria iniziano nel 2011. Dall’inizio della guerra civile siriana, sono stati centinaia gli attacchi mirati a un paese diventato una base per le milizie degli Hezbollah libanesi e per le forze iraniane in un contesto di lento disgelo delle relazioni tra Assad e i paesi arabi che mette Israele nella posizione di poter creare, a giustificazione delle proprie azioni, una narrazione basata sul timore di un maggiore isolamento del conflitto siriano nell’agenda regionale a totale vantaggio del fronte sciita presente in Siria e, quindi, di un crescente pericolo per la propria sicurezza.

In questo contesto, alla fine del 2021, il primo ministro israeliano Bennett ha annunciato che il numero dei coloni nel Golan siriano occupato raddoppierà nei prossimi cinque anni2. Nel territorio vivono già venticinquemila drusi, che continuano a considerarsi siriani, ma questo è irrilevante perché, sebbene lo sviluppo tecnologico degli armamenti e del controllo satellitare ne abbia ridotto la storica funzione di «torre di guardia» su Siria e Galilea, le alture rimangono il punto di confluenza di 1/3 delle risorse idriche di Israele.

Ma come può Israele continuare a portare avanti le proprie politiche oppressive da un lato ed espansionistiche dall’altro con la silenziosa complicità dell’Occidente?

Israele è, dalla sua nascita, la longa manus degli interessi occidentali in Medio Oriente, ma oggi è anche il laboratorio in cui il capitalismo può sperimentare le nuove tecnologie per il controllo delle popolazioni; sviluppa, mette a punto e sperimenta sul campo sistemi di intercettazione, di sorveglianza, di controllo della folla e raccolta di dati biometrici che rivende in tutto il mondo.

Vittorio Arrigoni era solito dire che la «Palestina è anche fuori all’uscio di casa», non è lontana, non è una realtà che può essere ignorata, perché ci riguarda direttamente. I sistemi di sorveglianza sviluppati in Israele sono stati acquistati dal governo italiano e sono utilizzati nelle situazioni considerate “critiche” come il cantiere dell’alta velocità in Val di Susa. I gas lacrimogeni utilizzati contro i gilet gialli a Parigi erano di produzione israeliana; a luglio 2021 ha preso il via nella base aerea e missilistica israeliana di Palmachim, a sud di Tel Aviv, l’esercitazione Blue Guardian, presentata dall’Israeli Air Force (IAF) come la «prima attività addestrativa internazionale al mondo con i velivoli a pilotaggio remoto»3 e la lista potrebbe continuare4.

Vittorio aveva ragione: la Palestina è più vicina di quanto pensiamo. Ciò che accade là influisce su ciò che accade nel mondo in generale e in Italia in particolare. Difendere i palestinesi equivale a difendere il diritto internazionale e noi stessi.

 

1 https://pagineesteri.it/2021/12/31/medioriente/la-confisca-di-case-palestinesi-a-sheikh-jarrah-e-larticolo-di-pagine-esteri-piu-visualizzato-del-2021/

2 https://ilmanifesto.it/bennett-il-golan-e-israeliano-e-raddoppia-gli-insediamenti-coloniali/

3 https://pagineesteri.it/2021/12/29/medioriente/israele-addestra-litalia-allutilizzo-dei-droni-killer/

4https://www.bdsitalia.org/index.php/risorse-embargo/2614-dossier-embargo-militare#:~:text=La%20societ%C3%A0%20civile%20palestinese%20chiede,loro%20crimini%20e%20mettervi%20fine.

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