1 Febbraio 2013
pubblicato da Il Ponte

Beni comuni

Numero 2-3 febbraio-marzo 2013 Prezzo € 15.00

beni comuniStiamo vivendo una crisi forse irreversibile della democrazia rappresentativa che ha governato la vita politica europea nel corso degli ultimi cinquant’anni. Proponiamo una riflessione sul concetto e le pratiche dei “beni comuni”, consapevoli di trovarci su una linea nodale della storia, mentre l’autonomia degli Stati nazionali e la loro sovranità sono minacciate dal comando esplicito del capitalismo finanziario e dal suo passaggio diretto, senza mediazioni, all’esercizio del potere politico. Quella che una volta si definiva “società civile” – o spazio pubblico – vede sempre piú ridotti i suoi margini di indipendenza e di decisione rispetto agli ordini che provengono da organismi economici sovranazionali, non eletti, espressione diretta del capitale finanziario. Una forma autoritaria e concentrata di decisione politica sta sostituendo le vecchie forme della democrazia occidentale, ponendo probabilmente termine a una storia iniziata due secoli fa e alla sua idea di contratto sociale.
Le elezioni italiane prossime venture forniscono un esempio chiaro a sufficienza del processo in corso: il sistema elettorale, la campagna mediatica, gli accordi già siglati e solo nominalmente segreti tra le parti fintamente avverse, prefigurano non solo il consueto “spettacolo” a cui ci eravamo abituati negli ultimi decenni, ma una vera e propria destituzione dell’apparenza stessa della rappresentanza parlamentare. Quasi non è piú nemmeno necessario l’inganno, di fronte al fastidio esplicito che l’attuale élite tecnocratica dimostra verso ogni forma di democrazia, anche solo formale.

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