1 Luglio 2002
pubblicato da Il Ponte

Una terra chiamata Palestina

Numero 7 luglio 2002 Prezzo € 10.00

PalestinaLa questione palestinese (o israeliana) si è sempre dipanata fra due ipotesi: l’integrazione o la spartizione. È dai tempi delle prime colonizzazioni sioniste, e poi dall’amministrazione inglese nel periodo fra le due guerre, che ebrei (israeliani) e arabi (palestinesi) si sono attratti o respinti a vicenda, con uno sfoggio ininterrotto di violenza, ma nello stesso tempo hanno formulato o immaginato progetti unitari. Che cos’è il sogno dell’ Eretz Israel, il Grande Israele, se non il tentativo di realizzare pienamente il sionismo, unificando il territorio della Palestina (se del caso espellendo o relegando i palestinesi in un ruolo minoritario o infimo)? Anche la meta ultima della Palestina democratica e secolarizzata, tratteggiata dalla vecchia Carta dell’Olp, deprecata oltre i suoi pur pesanti limiti concettuali (termini come «laico» o «democratico» vi erano definiti malamente e il richiamo alla nazione o patria araba quale alveo naturale, in assenza di una chiara enunciazione dell’esistenza di una “nazione ebraica”, contrastava con il concetto di Stato «binazionale»), inseguiva, quantunque confusamente, lo schema integrativo.

Partendo da un’ostilità preconcetta e dall’inclusione in sfere di sovranità, ambiti culturali e mercati differenti, con frontiere e tutto il resto, i due popoli, di guerra in guerra, si sono sempre piú integrati, sul territorio (da cui sono scomparsi i confini, sostituiti da “linee verdi” labili e spezzettate) e nell’economia, e persino nei comportamenti, mentre la politica si è andata adattando piuttosto all’ipotesi della divisione. Senza però che i vantaggi e i rischi della spartizione abbiano fatto dimenticare le poste speculari dell’integrazione, e viceversa. A questi problemi, alle prospettive che si pongono, alle possibili soluzioni, questo numero, curato da Giampaolo Calchi Novati, cerca di dare una risposta.

Scritti di: Alberto Benzoni, Giampaolo Calchi Novati, Maria Antonia Di Casola, Pier Giovanni Donini, Joe Golan, Laura Guazzone, Nemer Hammad, Marco Maestro, Anna Maria Medici, Donald Moerdijk, Marcello Rossi.