1 Gennaio 2008
pubblicato da Il Ponte

Altri riformismi, Filippo Turati

Numero 1 gennaio-febbraio 2008 Prezzo € 10.00

Filippo TuratiA cura di David Bidussa e Andrea Panaccione.

Nell’annunciare questo speciale nello scorso numero della rivista (dicembre 2007), avevamo già rapidamente anticipato i contenuti dei diversi contributi: gli anni della formazione culturale, dell’apprendistato politico, della «Critica sociale»; il confronto con Marx e con il marxismo; l’attività di educatore al socialismo e il rapporto tra organizzazione e formazione culturale; la visione del proletariato e delle sue stratificazioni e il rapporto con il movimento sindacale; la crisi del dopoguerra e la scissione del movimento operaio; l’attività nella Seconda Internazionale e poi, dopo lo sconvolgimento della guerra, nell’Internazionale operaia e socialista.

Il nesso tra cultura e politica  indicato nei diversi contributi come essenziale per capire il senso del progetto politico di Turati, i caratteri costruttivi del suo socialismo e i suoi risultati, come gli elementi di crisi e di sconfitta in una mutata situazione storica  era già un filo di riflessione di alcuni testi importanti, e poco conosciuti, dedicati a Turati subito dopo la sua morte, e che abbiamo voluto riprodurre. Era sicuramente il criterio di interpretazione del testo piú importante, quello di Carlo Rosselli su Filippo Turati e il socialismo italiano («Quaderni di “Giustizia e Libertà”», giugno 1932), che non abbiamo potuto riprodurre per lo spazio che avrebbe preso una sua necessaria pubblicazione integrale, ma i cui motivi ispiratori circolano ampiamente in questo numero: il testo di Rosselli era anche un esempio di un modo di porre il rapporto tra passato e presente in cui la sottolineatura degli elementi di novità, e anche di rottura, rispetto a una precedente fase storica non esimeva dall’obbligo di fare i conti con un patrimonio di esperienze, comprenderne le ragioni e i condizionamenti.

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10 Ottobre 2004
pubblicato da Il Ponte

La morte di Spinoza

Numero 10 ottobre-novembre 2004 Prezzo € 15.00

Sebastiano TimpanaroIl numero speciale del «Ponte» Per Sebastiano Timpanaro con L’opera di Sebastiano Timpanaro , a cura di Michele Feo, dell’ottobre-novembre 2001, di dimensioni che ricordano i mitici anni di Calamandrei, si è esaurito presto, nonostante l’alta tiratura. Fu presentato a Firenze, nella sede del Gabinetto Vieusseux, quasi nell’anniversaio della morte di Sebastiano, il 19 novembre. Parlarono con grande competenza e partecipazione, moderante il sottoscritto, Marcello Rossi per la rivista, e quindi Riccardo Di Donato, Gian Mario Cazzaniga, Roberto Cardini, Luigi Cortesi. Il discorso di Di Donato fu pubblicato nella «Gazzetta di Pisa», III, n° 7 (ott.-nov. 2001); quello di Cazzaniga appare ora, rielaborato, negli Atti della giornata timpanariana della Scuola Normale Superiore (Il filologo materialista. Studi per Sebastiano Timpanaro, Pisa 2003); le parole di Cortesi sono nella sostanza quelle della sua introduzione agli scritti militanti (Il Verde e il Rosso, Roma 2001). Una seconda presentazione ebbe luogo a Pisa, il 25 febbraio 2002, presso la sala consiliare della Provincia, ad opera di Luigi Blasucci, Marino Biondi, Maurizio Iacono, Mauro Stampacchia, che portarono ricordi personali ed efficaci analisi; presiedette Francesco Orlando, intervenne l’assessore alla cultura del Comune di Pisa Fabiana Angiolini, concluse il sottoscritto.

Ma a oltre tre anni dalla scomparsa la ‘richiesta di Timpanaro’ sembra tutt’altro che affievolita. E il «Ponte» ritorna su di lui. Ritorna con un nuovo numero grazie alla generosità di Marcello Rossi. Ritorna, nel quarto anniversario della morte, per dare spazio agli amici che non poterono partecipare alla prima occasione, a coloro che si impegnarono nelle presentazioni, infine per portare alla luce alcuni interessanti inediti. Le lettere sono state offerte spontaneamente dai corrispondenti o possessori. Il carteggio con Edo Cecconi è stato fornito dalla cara vedova di Edo, Lidia Del Buttero. Gli altri inediti sono stati affidati a noi da Maria Augusta Timpanaro con un senso di fiducia di cui Le siamo grati. Lo scherzo su Berlinguer è stato rinvenuto da chi scrive. Si aggiunge la ristampa di un’intervista e di un articolo pressoché sconosciuti, perché pubblicati in sedi eccentriche, e quella di un articolo di Adriano Sofri, Sempre verde mi fu, che suscitò un lungo intervento polemico di Timpanaro. La bibliografia, che accompagnò come supplemento il numero speciale del 2001, è stata ristampata con numerose integrazioni e correzioni nel volume citato della Scuola Normale di Pisa, grazie alla liberalità di Marcello Rossi e all’ospitalità di Riccardo Di Donato e Salvatore Settis (sarà citata con la sigla OST e il numero) Ma nuovi dati continuano ad emergere: degli ultimi dò notizia in fondo a questo fascicolo. Ci vorrà ancora del tempo prima che il quadro della produzione di Timpanaro si assesti definitivamente.

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1 Febbraio 2004
pubblicato da Il Ponte

I socialisti e il Novecento: i percorsi, la crisi

Numero 2 febbraio-marzo 2004 Prezzo € 15.00

socialismoAl crollo del «socialismo reale», che in varia misura ha colpito tutta la sinistra mondiale, si è aggiunto nel nostro paese il dissolvimento dei partiti storici della sinistra, socialmente fondati sulla classe operaia, le sue lotte, la sua cultura. Di socialismo, di comunismo si parla ormai come di cose morte o comunque superate, come di componenti inessenziali e caduche della storia contemporanea. Eppure, della loro ricchezza e vitalità proprio la vita sociale e politica dell’Italia del Novecento è stata una dimostrazione.

I percorsi descritti nei diversi articoli di questo numero speciale riguardano quella componente del movimento operaio europeo che, dopo la Prima guerra mondiale e la rivoluzione in Russia – in opposizione o in concorrenza con il comunismo, ma anche in alleanza con esso –, ha continuato a chiamarsi socialista. Una riflessione anche profondamente critica sulla storia di quel movimento non elimina, anzi rafforza la necessità di riprendere temi e discussioni sul socialismo, il comunismo, il proletariato mondiale, ai quali molti giovani studiosi e militanti dei movimenti alternativi, sensibili alle esigenze dell’internazionalismo, si mostrano di nuovo interessati. È quindi per reagire alle tendenze involutive degli studi, e ritenendo tuttora aperta la possibilità di una storia diversa e di una «internazionale futura umanità», che è nato questo speciale.

Scritti di Gaetano Arfè, Luigi Cortesi, Michel Dreyfus, Paolo Favilli, Réné Gallissot, Fabio Gentile, Geert Van Goethem, Luciano Marrocu, Ignazio Masulli, Claudio Natoli, Al’bert Nenarokov, Andrea Panaccione, Leonardo Rapone, William Rosenberg, Francesco Soverina.

1 Marzo 2003
pubblicato da Il Ponte

Guerre à gogo

Numero 3 marzo 2003 Prezzo € 16.00

Guerre«In quanto modello, l’Unione Sovietica è inammissibile […]. Detto ciò, se l’Unione Sovietica non esistesse, gli americani sarebbero i padroni del mondo. È meglio che ci sia questa rivalità, piuttosto che una potenza regnante, perché nella rivalità c’è almeno una qualche apertura, mentre con un’unica potenza dominante, per fare qualcosa di nuovo occorre aspettare il suo declino, il suo deperimento». Chi parla è Henri Lefebvre che nel dicembre 1983 rilasciava un’intervista al «Ponte». Ho riportato in apertura questo pensiero lefebvriano perché questo nostro “speciale” gira fondamentalmente intorno all’idea che gli americani sono, o tentano di essere, i padroni del mondo. E questa non è una nostra impressione. Si legga il documento che espone la cosiddetta dottrina Bush (The National Security Strategy oh the Ynited States) e che è stato il punto di riferimento di Antonio Gambino per il suo libro Perché non possiamo non dirci antiamericani: ogni dubbio sarà fugato. Che l’operazione riesca loro è altro discorso, e gli anni a venire daranno le dovute risposte. Oggi dobbiamo prendere atto di questo stato di cose e su di esso fondare le nostre analisi del presente e del futuro.

In quest’ottica la guerra all’Iraq di Saddam Hussein non è un evento particolare che tende a ristabilire un ordine preesistente, è un quid novi che propone un nuovo ordine, la pax americana. A dimostrazione di questa tesi, in questo numero abbiamo voluto preporre alla trattazione della guerra e del dopoguerra una serie corposa di articoli sulle mire statunitensi riguardo al nuovo ordine mondiale e che mostrano come Saddam Hussein sia stato solo il pretesto per innescare la miccia delle operazioni. Un po’ come il lupo e l’agnello di esopiana memoria. Con questo non vogliamo dire, ovviamente, che Saddam sia stato l’agnello, ma che qualunque cosa avesse fatto, non sarebbe bastata a evitare l’invasione anglo-americana. Le fantomatiche armi batteriologiche, gli altrettanto fantomatici aiuti ai terroristi di al Qaeda, la dittatura con la conseguente oppressione e repressione del popolo curdo e sciita, erano solo il casus belli e poco importa se agli occhi della diplomazia internazionale sono sempre apparsi poco credibili o addirittura inconsistenti (vedi le recenti dichiarazioni di Blix): ciò che conta è far capire a tutti chi comanda nel mondo: o si è con gli americani o contro. Da qui il problema Onu, il problema Nato, il problema Francia-Germania-Belgio o, come dicono alla Casa Bianca, il problema “vecchia” Europa.

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